Amaranto Comune

L’amaranto comune è una pianta spontanea presente ovunque sul nostro territorio. Dai più viene considerata un’infestante degli orti, vista la sua attitudine a crescere tra le piante coltivate nel periodo primaverile ed estivo. Non tutti, però, sanno che si tratta di una pianta commestibile, usata nell’alimentazione umana e apprezzata per il sapore delicato.
E’ originaria del Sudamerica, ma ormai si è diffusa in tutto il mondo. Nei paesi d’origine vengono coltivate alcune specie dai cui semi si ricava la farina. Questa sta iniziando a sostituire quelle prodotte con i classici cereali, che tanto impoveriscono il suolo.

Conosciamo dunque meglio l’amaranto comune e impariamo a valorizzarlo, non considerandolo soltanto come un problema per le nostre coltivazioni domestiche.

Inquadramento botanico dell’amaranto

Pianta di amaranto

L’amaranto comune (Amaranthus retroflexus) è una pianta spontanea della famiglia delle Amaranthaceae.
Il nome deriva dal greco amarantos=che non appassisce, e richiama la capacità delle infiorescenze di rimanere intatte anche dopo l’essiccamento. Molte specie hanno fiori rossi, per cui la parola ha finito per assumere una valenza cromatica.
Retroflexus invece significa piegato all’indietro, in riferimento a questa attitudine tipica della spiga centrale dell’amaranto.

La pianta è di origine sudamericana e fu introdotta per errore in Europa nei primi viaggi dal Nuovo Mondo. Per i popoli delle civiltà Azteca e Maya queste piante, tra quelle alimentari, erano tra le più importanti.
La pianta è commestibile per intero. Foglie, semi e radici, sono da sempre impiegate nell’alimentazione.

Le caratteristiche botaniche della pianta di amaranto

Fusto e apparato radicale

Giovane pianta di amaranto

L’amaranto è una pianta erbacea annuale di tipo monoico. Ha un fusto eretto, legnoso nella parte inferiore, di colorazione verde chiaro, più rossastro alla base. Raggiunge in media un’altezza di 80-100 cm, ma in condizioni ideali può anche arrivare a 2 m.
Dal fusto dipartono diverse ramificazioni, sin dalla base, che fanno assumere alla pianta la forma cespugliosa.
L’apparato radicale è di tipo fittonante e raggiunge un’ottima profondità nel terreno.
Tutta la pianta ha un ottimo apparato fotosintetico, in grado di assorbire in maniera ottimale tutti gli elementi del terreno. Per questo motivo, però, all’interno di un orto, entra in competizione con le piante coltivate, sottraendo loro nutrimento. Di conseguenza, è considerata una specie infestante.

Foglie

Le foglie dell’amaranto sono lunghe e dotate di picciolo, hanno lamina intera, di forma ovato romboidale, con apice acuto. Il margine fogliare è un po’ ondulato, solcato da chiare nervature.
La colorazione delle foglie è di norma verde pallido, in alcune zone le foglie sono più scure e hanno stirature biancastre.

Fiori e semi

Amaranto fiore

Nella pianta di amaranto i fiori, molto piccoli, appaiono in infiorescenze a forma di spiga sui rami laterali e in una grossa pannocchia terminale all’apice del fusto. L’infiorescenza è retroflessa e se la pianta è ben sviluppata, quella centrale può essere lunga anche 15 cm.
Essendo una pianta monoica, i fiori femminili e maschili si trovano sulla stessa pianta.
Ogni spiga produce molti semi, la cui caratteristica peculiare è quella di rimanere vitali nel terreno per molti anni.

I semi dell’amaranto sono di colore marrone scuro o rossastro, di forma lenticolare, con superficie rugosa e lucida.
L’amaranto si riproduce solo per seme, e una singola pianta può produrne fino a un milione, anche se la media è di ducentomila.
La germinazione è stimolata dalla luce e dall’umidità, per questo motivo il seme deve trovarsi in superficie. Il periodo di emergenza è quello primaverile, verso gli inizi di giugno.

Oltre che nei campi coltivati, l’amaranto cresce nei prati e nei bordi dei sentieri, dal piano fino all’alta collina. Le piante sono vive per tutto il periodo autunnale.
Un consiglio che diamo per la raccolta è quello di evitare zone inquinate o dove sono stati usati pesticidi per l’agricoltura.

Proprietà e usi dell’amaranto

Nell’antichità l’amaranto veniva usato come pianta medicinale, per via dell’alto contenuto di vitamina A, C, sali minerali, calcio e ferro. Grazie a questi elementi ha proprietà astringenti e rivitalizzanti, per questo si usava, ad esempio, in caso di emorragie intestinali o flusso mestruale abbondante.

E’ comunque in cucina che l’amaranto trova i maggiori usi. Le sue foglie hanno un sapore molto delicato, simile a quello degli spinaci. Le migliori da cucinare sono quelle giovani, che si trovano allo stato di rosetta.
Anche il fusto giovane, prima che compaiano i fiori, è edibile, e viene usato come gli asparagi. Dai semi, essiccati e triturati, si ricava la farina di amaranto, che è ideale per chi è affetto da celiachia o desidera eliminare il glutine. Questa farina è infatti gluten free ed è piuttosto gustosa (ideale per torte, pane, biscotti e tutti gli altri prodotti che potete preparare in casa). Se la cercate potete acquistarla qui.

E’ bene usare le foglie previa bollitura, un po’ come avviene per gli spinaci. L’amaranto è una pianta in grado di sintetizzare molto bene i nitrati, specie nei terreni coltivati e ricchi di azoto. E’ altresì una pianta ricca di ossalati. I nitrati, dopo la cottura, vengono espulsi e rimangono nell’acqua, che pertanto non può essere più usata.

Di solito l’amaranto si cucina in semplici insalate, condite con olio extra-vergine d’oliva e limone. Si usa spesso anche in zuppe e minestre.

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