Subito dopo il fiume (ancora oggi non identificato con sicurezza) presso il quale attorno al 560 a. C. avvenne il celebre scontro tra crotoniati e locresi, si trovava la colonia achea di Kaulonía, detta anche Aulonia, che agli inizi del ‘900 Paolo Orsi riconosceva nelle vestigia e nei reperti messi in luce nei pressi del promontorio di Punta Stilo (antico Capo Cocinto), tra gli sbocchi di due piccole fiumare, l’Assi a nord, lo Stilaro, a sud.
Alle campagne di scavo di Paolo Orsi, condotte dal 1911 al 1916 e incentrate essenzialmente nell’esplorazione del tempio dorico e della cinta muraria, seguì un lungo periodo di silenzio rotto negli anni ’50 del secolo scorso dagli studi topografici e urbanistici di Schmiedt e Chevallier.
Nei decenni successivi si registra l’esplorazione della “casa del drago” ad opera di Alfonso De Franciscis, seguita dai sondaggi di Bruno Chiartano nei pressi del tempio e da quelli di Elena Tomasello relativi alle mura e ad un settore di abitato.
Solo negli anni ’80 del secolo scorso le indagini archeologiche riguardanti la colonia achea di Caulonia riprendevano in modo programmatico, grazie all’impegno e alla costanza di Maria Teresa Iannelli, responsabile del territorio, che si avvaleva della collaborazione di scuole e istituzioni straniere.
Le ricerche sistematiche dell’ultimo decennio hanno interessato quasi esclusivamente il fronte a mare della città, dove nell’area del tempio operano l’Università degli Studi di Pisa e la Scuola Normale Superiore, nell’area del vasto complesso di Casamatta la Soprintendenza Archeologica della Calabria con il contributo dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e dell’Università della Calabria, nell’area settentrionale dell’abitato, denominata S. Marco, opera dal 2003 l’Università degli Studi di Firenze.