Millecosedde, minestrone calabrese con verdure, legumi e pasta

La zuppa millecosedde è un minestrone calabrese tipico della cultura gastronomica regionale. La pietanza prende il nome di “mille cose” appunto perché composta da un ricco assortimento di verdure e legumi.  Gli ortaggi per tradizione si cucinano in pignatte di terracotta nel quale a fine cottura si aggiunge poca pasta corta. Come tante preparazioni regionali, la ricetta seppur di poco si differenzia da zona a zona. Nel cosentino per esempio la cottura della minestra avviene in un fondo di sole verdure, in altre zone insaporito con parti grasse di maiale come la cotenna o la pancetta.

Ricetta millecosedde

Ingredienti per 6 persone

  • 1 gambo di sedano
  • 1 cipolla rossa di Tropea
  • 1 carota
  • 100 gr di pancetta di maiale
  • 200 gr di foglie di verza
  • 30 grammi di funghi secchi
  • 2 pomodori San Marzano maturi o pelati di pomodoro
  • 200 grammi di legumi secchi tra fave, ceci, fagioli e lenticchie
  • 1 spicchio d’aglio
  • olio di oliva extra vergine
  • 300 gr di pasta piccoli a tubettini o ditalini.

Procedimento

Metti a bagno i legumi in acqua fredda per 12 ore, scola e lessali per 45 minuti con una carota, un gambo di sedano e mezza cipolla. Scola i legumi al dente conservando l’acqua di cottura. Soffriggi in una pignata di terracotta in poco olio di oliva della pancetta tritata e lo spicchio d’aglio intero fino a quando sarà imbiondito. Elimina l’agio e aggiungi le verdure tagliate a cubetti (cipolla sedano carota) e i pomodori schiacciati con una forchetta.

Versa un litro di brodo di cottura dei legumi, porta a bollore, aggiungi le foglie di verza, i legumi, i funghi secchi precedentemente idratati per 20 minuti in acqua fredda e regola di sale.

Cuoci il minestrone per 1 ora con coperchio e aggiungi eventualmente ancora acqua bollente. Versa la pasta nella zuppa di verdure e porta a cottura. A fuoco spento aggiungi ancora un filo di olio di oliva a crudo, mescola e servi la minestra millecosedde bollente secondo la tradizione calabrese, con una spolverata di pecorino grattugiato e un cucchiaino di nduja.

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