Mobilità sostenibile: cos’è, i progetti, gli incentivi per il nuovo modo di muoversi nel rispetto dell’ambiente

Mobilità sostenibile

La mobilità sostenibile riduce l’inquinamento e consente il risparmio energetico. Il ruolo chiave di sharing e veicoli elettrici. Qui una guida

Spostarsi in bicicletta o in monopattino (e, se possibile, a piedi), preferire l’auto ibrida o elettrica a quella a benzina, utilizzare il trasporto pubblico, ricorrere alla condivisione di veicoli (bici, scooter, autovetture) ma anche poter usare in modo integrato vari mezzi per il percorso quotidiano in modo fluido, conveniente e senza ostacoli di sorta: sono alcuni dei comportamenti che caratterizzano la mobilità sostenibile nelle città, un concetto di cui si è cominciato a parlare negli anni Novanta e che sta diventando di estrema attualità negli ultimi anni. Anche perché i centri urbani sono sempre più congestionati e inquinati.

In Italia il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni in grado di alterare il clima. Con il nuovo scenario creato dalla pandemia da Covid-19, la politica e la società sono tornate ad interrogarsi sull’urgenza di attuare misure efficaci per una mobilità sempre più sostenibile. Se infatti, da una parte, il lockdown – causando un sensibile calo dell’inquinamento atmosferico – ha evidenziato l’importanza di un ambiente più a misura d’uomo, dall’altra le misure igieniche e di distanziamento sociale necessarie a contenere il contagio hanno avuto un forte impatto su vari settori del mondo della mobilità. Si è assistito per esempio a un ritorno dell’auto di proprietà, fino a poco tempo prima data “in agonia”, alla frenata del car sharing, ma contemporaneamente a un’impennata della micromobilità nei grandi centri urbani. Per esempio il bikesharing continua la sua ascesa in Italia, con una flotta che ha ormai raggiunto le 35.000 bici. La nuova mobilità generata dalla pandemia sarà sostenibile?  Vediamo intanto di approfondire il concetto, analizzare alcuni progetti, esaminare gli incentivi a disposizione e capire cosa ci aspetta per il futuro.

Mobilità sostenibile: il significato

Mobilità sostenibile sta a indicare un modo di muoversi legato indissolubilmente al concetto di sostenibilità territoriale e orientato, quindi, verso la riduzione dei rischi di inquinamento e del potere inquinante, la salvaguardia della salute e dello spazio pubblico come bene comune, il risparmio energetico. Muoversi in modo sostenibile significa anche anche utilizzare tecnologie per strade e autostrade connesse (smart road) che garantiscano fluidità, efficienza e sicurezza negli spostamenti. E comprende il concetto di mobilità integrata: l’utente deve poter usufruire di vari mezzi di trasporto (servizi pubblici, in sharing, privati) senza soluzione di continuità, per completare il percorso quotidiano agevolmente e in modo conveniente. L’argomento non riguarda solo i grandi centri, ma l’insieme delle strutture e infrastrutture relative alla mobilità nel nostro Paese.

Obiettivo della mobilità sostenibile, secondo la definizione riportata nella strategia europea in materia di sviluppo sostenibile approvata nel 2006 dal Consiglio Europeo, è garantire che i sistemi di trasporto corrispondano ai bisogni economici, sociali e ambientali della società, minimizzandone contemporaneamente le ripercussioni negative sull’economia, la società e l’ambiente.

Mobilità sostenibile in Italia

In Italia il trasporto stradale contribuisce alle emissioni totali di gas serra per il 23% (di cui il 60% circa attribuibile alle autovetture), alle emissioni di ossidi di azoto per circa il 50% e alle emissioni di particolato per circa il 13% (Fonte: Ispra, 2017). Per questi motivi è dalla fine degli anni Novanta che si discute di mobilità sostenibile. Ma solo dal 2017 è obbligatorio per le città sopra i 100mila abitanti adottare i Piani Urbani di Mobilità Sostenibile (Pums), introdotti con una legge del 2000. In particolare il Pums è uno strumento di pianificazione strategica istituito dall’art. 22 della legge n. 340 del 24 novembre 2000, che, in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo (10 anni), sviluppa una visione di sistema della mobilità urbana. In sostanza un Pums deve proporre il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica attraverso la definizione di azioni orientate a migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema della mobilità e la sua integrazione con l’assetto e gli sviluppi urbanistici e territoriali. Gli enti locali, per poter accedere ai finanziamenti statali di infrastrutture per nuovi interventi per il trasporto rapido di massa, devono definire i Pums applicando le linee guida adottate con il decreto. Con l’avvento delle piattaforme digitali e della sharing mobility, le azioni degli enti locali per una mobilità sostenibile possono essere ulteriormente sviluppate e incentivate.

Perché è importante l’intermodalità

“La nuova sfida per i policy maker di questo settore – scrive in questo articolo per EconomyUp Fabio Pressi, CEO di Infoblu – è la creazione di una intermodalità accessibile a tutti, adeguando i Piani Urbani alle esigenze emergenti e ripensando, anche con l’aiuto dei Big Data, la città come un insieme di reti di trasporto diverse ma interconnesse (…) A livello di amministrazione pubblica, centrale e locale – prosegue – sarà necessario emanare norme che favoriscano l’integrazione e l’interconnessione dei diversi sistemi di trasporto, attraverso strumenti certi, quali la condivisione dei dati (infomobilità) e l’apertura a soggetti terzi, dei sistemi di prenotazione e di pagamento (software Open con interfacce API). Solo attraverso l’integrazione intelligente dei sistemi si potrà passare da un metodo di trasporto all’altro, in tutta semplicità, secondo le proprie esigenze del momento e favorendo i mezzi non o meno inquinanti: dal trasporto pubblico al bike sharing, dalla metro allo scooter, e per fare un parallelismo telefonico…il “roaming della mobilità”.

La mobilità sostenibile per le smart city

Una città dove ci si sposta in modo agevole, comodo e sicuro è una città migliore, sia per i cittadini sia per le attività economiche esercitate in loco. Per questo è importante che nelle cosiddette smart city la mobilità sia sostenibile. Il concetto stesso di smart city racchiude in sé quello di smart mobility, termine che fa riferimento a tecnologia, infrastrutture per la mobilità (parcheggi, reti di ricarica, segnaletica, veicoli),  soluzioni per la mobilità (tra cui i modelli di new mobility). La Smart mobility punta offrire un’esperienza di mobilità senza soluzione di continuità, dal primo all’ultimo miglio, che sia flessibile, integrata, sicura, on demand e conveniente. La mobilità urbana può essere innovata attraverso nuove tecnologie mobile e applicazioni in grado di integrare il trasporto pubblico, una migliore infrastruttura e il car sharing. Smart Mobility significa anche green, che si tratti di auto elettriche o di piste ciclabili. L’obiettivo finale dell’introduzione di una mobilità smart nelle nostre città è ridurre il traffico, ridurre l’inquinamento, creare flussi intelligenti e senza interruzioni, e rafforzare le economie di scala per promuovere una mobilità accessibile a tutti.

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